Sommario:
CENTRO
DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE
L'Avvocatessa
Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla
situazione della salute tra gli indios 31 maggio 2006
Lettera
di Mário Nicácio (CIR)
Boa Vista maggio 2006
Lettera
di Carlo Zacquini 20 marzo 2006
Notizia
della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.
Polícia
Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida
14/3/2006
Aldeias
da Raposa Serra do Sol temem novas invasões
13.03.2006
Lettera
di Suor Leta 12 marzo 2006
Il
governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios.
Marzo 2006
Documento
finale della 35° assemblea dei popoli indigeni Roraima febbraio 2006 (file
pdf)
CENTRO
DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE
Boa Vista (RR) abril 2006
Nel momento in cui Nós Existimos prende forma di Movimento, dopo
essere stato Campagna per il periodo di un anno, scopre necessità che
fino ad ora non aveva sentito. Emerge in primis quella di avere uno
spazio fisico proprio, una sede, non solo per accogliere le strutture
stesse del Movimento, ma anche quelle degli Enti Promotori che lo
desiderino.
Obiettivo del Progetto
Il progetto intendeva soddisfare la necessità: delle organizzazioni
promotrici del Movimento, che a loro volta rappresentano la società
civile organizzata di Roraima, di unirsi, articolarsi tra di loro e
organizzare meglio le loro attività , con l'obiettivo di:
1) Unire fisicamente gli enti promotori del Movimento Nós Existimos
attorno ad uno stesso spazio fisico e ad un ideale di lotta, per mezzo
di azioni concrete, contro la disuguaglianza e la corruzione.
2) Di fronte alla condizione di esclusione di gruppi sociali,
manipolazione della società, emarginazione di minoranze, cooptazione di
leaders e corruzione di organi pubblici, ottenere una maggior visibilità
sociale, mostrando così la forza, l'unione e l'organizzazione della società
civile.
3) Far sì che gruppi, movimenti e sindacati possano avere uno spazio
fisico adatto per incontri e lavoro, facilitando così le loro attività.
4) Creare uno spazio di studio che renda possibile ai giovani di
famiglie povere l'accesso all'università e al mercato del lavoro con possibilità
di successo: il corso di preparazione solidale all'esame di ammissione
all'università, le cui aule sono previste nel Centro di Cittadinanza
Nós Existimos.
Alla ricerca dell'Edificio
In accordo con la Diocesi di Roraima, entità promotrice del
Movimento, fu deciso che questa avrebbe ceduto in regime di comodato uno
dei suoi edifici nel centro della città di Boa Vista per questo fine.
In un primo momento, l'edificio assegnato fu quello che per molti anni
era stato l'Ospedale Nostra Signora di Fatima, ma visitandolo, si
constatò che il pessimo stato di conservazione avrebbe richiesto una
grande spesa per poterlo recuperare.
Nello stesso quartiere, si trova la vecchia residenza delle suore
Benedettine, successivamente delle suore Missionarie della Consolata e
in tempi più recenti delle suore Apostole di Cristo. Quest' edificio,
anche se abbandonato da alcuni anni, non era così fatiscente come
quello del vecchio ospedale. Dopo averne parlato con le autorità
diocesane, padre Edson Damian e diacono Augusto Monteiro, fu deciso che
questo sarebbe stato lo spazio destinato al Movimento Nós Existimos.
Alla Ricerca di Fondi.
Fino a quel momento, il Movimento non aveva avuto alcun sostegno
finanziario per far fronte ad un'opera di questa portata. Il Centro di
Cittadinanza era un sogno lontano, più che una realtà possibile. Un
ingegnere aveva già fatto un primo preventivo dell'opera, ma talmente
generale e incompleto che non venne neppure preso in considerazione.
Furono quindi effettuate tre nuove stime che mostrarono più
chiaramente l'ammontare dell'opera in termini economici. Sarebbero stati
necessari approssimativamente 350 mila reais per affrontare il progetto.
Fin dall'inizio della Campagna, il Comitato pro Roraima di Torino (CO.RO)
si è reso disponibile a collaborare in tutto ciò che sarebbe stato
necessario per la vita e le attività del Movimento. Sono stati loro ad
assumersi la prima e maggior responsabilità nella ricerca dei fondi per
la costruzione del Centro di Cittadinanza ed è grazie a loro se oggi
esso è una realtà. Ciò che il CO.RO non è riuscito a raggiungere, è
stato donato dall'Istituto Missioni Consolata che ha sostenuto e
incentivato fin dall'inizio le attività di Nós Existimos.
Primi passi
L'ingegnere che volontariamente ha seguito l'opera, Marta Alvares dos
Santos, ha preparato i primi piani, modificati poi varie volte nei mesi
successivi, in base alle esigenze che scaturivano o agli ampliamenti che
si rendevano necessari per raggiungere gli obiettivi.
Poco alla volta i fondi stavano arrivando e verso la metà del 2004
abbiamo dato inizio alle opere. Si prevedeva di realizzarle in sei mesi
se tutto fosse andato bene, ma nel nostro caso i fondi stavano arrivando
poco alla volta, e le opere sono finite solo in marzo di quest'anno,
pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale.
Presente e futuro
Ancor oggi, il Centro di Cittadinanza è più un progetto che una realtà.
La prima parte, che per un lungo periodo ha occupato molto del nostro
tempo, la costruzione fisica dello spazio, è pronta. Adesso viene la
prova del fuoco. Far sì che il Centro di Cittadinanza sia spazio di
incontro e condivisione, vocazione per la quale è nato.
Il nostro obiettivo ora sarà ottenere che la cittadinanza (possesso
e uso dei diritti civili e politici) di Roraima dia vita a questo edificio,
che almeno una parte della cultura, del pensiero e delle organizzazioni
della società di Roraima, passi per i suoi corridoi e stanze.
Sono molti i progetti di sviluppo sociale, culturale ed economico che
sogniamo, associati al Movimento Nós Existimos e al Centro di
Cittadinanza, sono tutte azioni che intendono rafforzare
l'organizzazione sociale di Roraima: formazione sociale e politica;
appoggio ai gruppi di economia solidale e produzione di reddito;
programma di microcredito solidale; appoggio ad iniziative
culturali;corsi con diversi contenuti, ecc. Speriamo e desideriamo che
il Centro di Cittadinanza si trasformi in un fuoco di irradiazione
sociale e culturale, uno spazio aperto, plurale, libero e democratico
nel quale la società abbia voce.
Infine vorrei ringraziare tutti gli amici del CO.RO e tanti altri che
credono in noi e ci hanno aiutati a dar forma e forza a questa idea. A
tutti voi il nostro più sincero ringraziamento per l'aiuto che ci date
nel lavorare per un Roraima migliore per tutti.
Rispettosamente
João Carlos Martinez, imc Coordinatore Nós Existimos
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L'Avvocatessa
Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla
situazione della salute tra gli indios.
Tra le altre cose Joenia ha citato la situazione di
rischio del popolo yanomami che pone a rischia la vita di 15000 indios.
Lettera
consegnata al Ministro del Governo Lula da Joenia
Il
CIR per mezzo di questa lettera espone la situazione drammatica della
salute presso gli indios. Vi sono a Roraima due distretti sanitari: il
primo per l'attendimento della popolazione yanomami, il secondo per la
Raposa Serra do Sol.
Nell'Area
Yanomami per la mancanza di fondi nei programmi di salute, constatiamo
un aumento della malaria e di altre malattie che decimano la
popolazione.
L’
invasione dei garimpeiros è una ulteriore causa di malattie.
Nel
Distretto di Raposa mancano strumenti diagnostici per il controllo della
malaria e delle altre malattie.
Inoltre
le infrastrutture basiche di rifornimento dell'acqua sono assolutamente
carenti e ciò provoca un aumento delle malattie
nonostante
gli innumerevoli progetti per la costruzione di ambulatori, quelli
attualmente esistente furono costruiti dalle comunità, spesso senza le
necessarie condizioni di igiene e di infrastrutture auspicabili e
necessarie anche per la sistemazione dell'equipe medico infermieristica.
Si
registra una situazione di carenza alimentare soprattutto tra i bambini
dovuta al fatto che i programmi governativi come Fame Zero e Altri, a
sostegno dell'alimentazione, nelle aree indigene non hanno avuto
attuazione.
L'appello
è che le Autorità competenti federali prendano provvedimenti.
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Lettera
di Mário Nicácio
(CIR) Boa Vista maggio 2006
Amica
Silvia,
dichiaro
che il coordinamento della campagna di ricostruzione funziona con la
seguente equipe : Diocesi di Roraima (Bispo D. Roque), Conselho indigena
de Roraima (Mario Wapichana) e Missionari della Consolata (Suor Leda).
Tutte le informazioni circolano tra tutte le entità che sono coinvolte
nella ricostruzione fisica ed educativa di Surumu.
Putroppo,
nei primi mesi non abbiamo avuto successo in questa comunicazione, per
le minacce subite dai leader della campagna, ma ora siamo in costante
comunicazione.
Confermo
anche l'arrivo dei 7000 euro dall'Italia, equivalenti a circa R$
16.000,00. Purtroppo il cambio qui a Boa Vista è più basso. Il
finanziamento sarà utilizzato per una parte della ricostruzione fisica
e per il pagamento di un ingegnere civile che accompagni l'opera.
Fortunatamente il lavoro procede bene, anche se ci sono vari movimenti
antiindigeni nel momento in cui si stanno espellendo gli invasori.
Continuiamo ad usare due conti diversi, uno della diocesi di Roraima e
l'altro del CIR (Conselho Indigena de Roraima): conto 48435-1 Banco do
Brasil di cui sono responsabile, informando l'arrivo dei finanziamenti e
pianificando le spese per le attività riferentesi al Centro Indigeno
Surumu. I due conti rimangono separati per facilitare il controllo tra
le entità, ma sono tutti responsabili di sottoporre i conti e altre
informazioni alle comunità indigene come al coordinamento (Vescovo e
coordinatore del CIR).
Spero
di averti dato le informazioni necessarie per la vostra comprensione e
ringrazio per l'attenzione.
Mário
Nicácio
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Lettera
di Carlo Zacquini 20 marzo 2006
Alcune
parole che ho detto il 16 u.p., durante la Riunione Straordinaria del
Consiglio Distrettuale di Sanitá Yanomami e Ye'kuana, alla quale ho
partecipato come rappresentante della Diocesi di Roraima..
C'é
molto disanimo tra gli utenti, il personale tecnico e le entitá che
hanno stipulato una convenzione(contratto).
Mi farebbe piacere poter dire che noi, quí presenti, possiamo risolvere
i problemi sanitari dei popoli Yanomami e Ye'kuana. Non posso!
Sono convinto che i problemi saranno risolti solo quando, finalmente,
qualcuno del Governo Federale, comincerá a udire quel che si dice qui
da molto tempo. Quando le convenzioni (contratti) saranno firmate tra
enti affidabili; é inutile cambiare gli enti che fanno le convenzioni
quando l'altra parte (organo Federale incaricato della Sanitá indigena)
non é affidabile.
Qualsiasi ente voglia assumere queste convenzioni, o lo fa perché é
molto legato ai popoli indigeni, o perché crede che ci guadagnerá
soldi o prestigio. É una considerazione che puó sembrare crudele, ma
che mi pare onesta e é sincera. Gli stessi enti che sono legati ai
diritti umani, e agli interessi degli indigeni, sono in una situazione,
nella quale si chiedono se ha ancora senso continuare a fare convenzioni
con un organo che esige, giustamente, la realizzazione degli impegni
presi, ma si sente totalmente libero di non compiere i suoi obblighi; un
organo che fa solo esigenze e non ascolta i beneficiari dell'assistenza
sanitaria, i contrattati e i tecnici che eseguono le azioni (medici,
infermieri, ...), senza parlare di alcuni responsabili locali (membri
dell'organo Federale - FUNASA) che concordano con questa visione e
soffrono perché sentono che non sono rispettati dalle loro istanze
superiori.
Queste convenzioni, nel modo in cui funzionano, sono una forma di
schiavizzare i contrattanti. Non é possibile portare avanti un lavoro
serio quando chi decide é una parte sola.
La Funasa paga quando vuole, come vuole e quanto vuole. Chi sta in
questa lotta, si sente umiliato e impotente!
La Funasa sta dimostrando che non é affidabile.
Se si sommano le cose, e si considerano anche le azioni tra gli indios
della FUNAI e della Polizia Federale, il panorama dell'azione del
Governo Federale é di una irresponsabilitá difficile da descrivere e
impossibile da accettare: questo senza guardare oltre, negli altri Stati
Brasiliani nei quali ci sono popolazioni indígene, e nei quali la
situazione é simile o anche peggiore; specialmente perché non c'é in
tutti gli stati la stessa attuazione e tradizione di indigenismo che c'é
in Roraima.
Se alcuni enti non vogliono assumere, non é perché hanno paura, o non
sanno come fare, ....
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Notizia
della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.
La
Polizia civile ha mandato degli uomini alla Villa di Surumu per
preservare l'ordine durante i giorni della festa patronale (16-19
marzo). Tale festa è stata organizzata dal Municipio di Pacaraima e
dalla Vila di Surumu. Quest'anno la festa è stata ribattezzata
"Festa della Liberazione della Vila di Surumu" in una chiara
presa di posizione contro il termine del 15 Aprile dato dal Presidente
Lula per lasciare l'Area omologata per gli indios.
Si temono quindi azioni di forza contro gli indios e i missionari.
RUMORES DE CONFLITO
Polícia Civil envia
grupo para Surumu
Tiana Brazão
Com os “Festejos de
Libertação” na Vila Surumu, no Município de Pacaraima, e os rumores
de conflito por conta das divergências relacionadas à homologação da
terra indígena Raposa Serra do Sol, o Ministério Público solicitou
apoio da Polícia Civil para garantir a segurança dos moradores.
Na tarde de ontem, um
grupo de 15 homens do Dopes (Departamento de Operações Especiais),
coordenado pelo delegado Daniel Ferreira, se deslocou até a localidade
para realizar o policiamento ostensivo durante os três dias de festejo,
que começam hoje e terminam domingo, 19.
A solicitação do
Ministério Público tem como objetivo evitar que ocorram atos de
vandalismo nas escolas e igrejas, como ocorreu no ano passado, quando
dois prédios da Missão Surumu foram incendiados e pessoas agredidas
por conta das divergências entre grupos contrários e favoráveis à
demarcação.
Segundo o delegado
Daniel Ferreira, os policiais estarão de prontidão para garantir a
ordem no local, realizando revistas e diligenciando durante os dias de
festa. “Existem rumores de que os atos de vandalismo seriam mais
intensos este ano”, disse.
Os policiais saíram
de Boa Vista por volta das 16h com retorno previsto para a manhã de
segunda-feira, 20. Isto se a festa ocorrer com tranqüilidade.
MOTIVOS -
A festa, que durante 60 anos foi realizada em comemoração ao padroeiro
da cidade, São José, vai acontecer a partir de hoje e só terminará
no domingo,
19. A
Prefeitura de Pacaraima e a administração da Vila organizaram todo o
evento.
Este ano, o evento
recebeu o nome de “Festejos da Libertação da Vila Surumu”, que
pode estimular a resistência dos que não têm pretensão de deixar o
local com o término do prazo (15 de abril) para desocupar a área, que
foi homologada pelo presidente Lula da Silva.
A mudança de nome do
festejo foi entendida pelos favoráveis à homologação como um aviso,
quando faltam apenas 30 dias para expirar o prazo, sendo um dos motivos
que levaram o Ministério Público a solicitar o apoio da polícia.
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Polícia
Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida
14/3/2006
A
Polícia Federal apreendeu três espingardas, uma arma artesanal e
cartuchos calibre 16, na posse denominada ‘Fazendinha’, próxima à
aldeia Cumanã I. A operação foi realizada no último sábado, 11/3,
após denúncia feita pelo Conselho Indígena de Roraima de que a
comunidade tinha sido invadida por homens armados.
A
diligência foi comandada por Policiais Federais da Delegacia de
Repressão a Crimes Contra o Meio Ambiente e Patrimônio Histórico, em
operação conjunta com o INCRA e
a FUNAI, para verificar crime contra a coletividade indígena na região
da Raposa Serra do Sol.
A
posse ‘Fazendinha’ fica a cerca de seis quilometros da aldeia
Cumanã I, comunidade invadida no dia 9 de março por seis homens
armados. Segundo denúncia do tuxaua Tedir alves, vice-coordenador da
região de Surumu, “os homens entraram na aldeia atirando para o
alto”.
Na mesma operação, além de encontrar armas, os
policiais prenderam Otacílio Francisco de Sena, 51, por prática de
crime ambiental. Ele
cortava, ilegalmente, madeira de lei dentro da terra indígena Raposa
Serra do Sol.
Otacílio foi autuado em flagrante e conduzido à
Penitenciária Agrícola do Monte Cristo, onde permanece à disposição
da Justiça. Um moto-serra foi apreendido e encaminhado à
Superintendência da Polícia Federal.
Conselho
Indígena de Roraima
La
Polizia Federale ha rinvenuto delle armi (probabilmente le stesse
utilizzate nell'invasione di un villaggio indigeno). Ha inoltre arrestato
un bianco, colpevole di tagliare illegalmente alberi dal territorio
indigeno.
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Aldeias
da Raposa Serra do Sol temem novas invasões
13.03.2006
As
comunidades indígenas da terra Raposa Serra do Sol, principalmente da
região de Surumu, temem por novas invasões como a ocorrida no dia 9 de
março, na aldeia Cumanã I, quando seis homens armados adentraram a
aldeia ameaçaram as famílias e dispararam tiros de revolver para o
alto.
Conforme
divulgado pelo Conselho Indígena de Roraima – CIR, Funai e Polícia
Federal estiveram na comunidade Cumanã I, no dia seguinte à invasão,
mas os não-índios já haviam evadido do local. A PF abriu inquérito
para investigar o caso.
Depois
de mais uma invasão violenta de comunidades da Raposa Serra do Sol, os
líderes regionais e tuxauas estão em alerta máximo, principalmente
com a proximidade do dia 15 de abril, prazo dado pelo Governo Federal
para a retirada de todos os invasores da terra indígena.
Integrantes
de quatro Grupos de Trabalho – GTs, responsável pela avaliação das
benfeitorias dos posseiros, têm recebido ameaças verbais para não
continuarem o trabalho. Cada GT é composto por cinco servidores da
Funai, Incra e Ministério da Agricultora.
O
CIR alerta a todas as autoridades brasileiras para o risco de novas
invasões e agressões que correm as comunidades de Raposa Serra do Sol,
enquanto não forem retirados todos os ocupantes não-índios da terra
indígena.
Conselho
Indígena de Roraima
Il CIR teme nuove invasioni di villaggi
indigeni dopo quello occorso il giorno 9 quando alcuni uomini armati sono
entrati nel villaggio sparando in alto e hanno minacciato gli abitanti.
Gli addetti alla mappatura di tutti i beni costruiti dai bianchi nelle
terre ora omologate (beni soggetti a indennizzazione) hanno ricevuto
minacce da chi vuole impedire a loro di continuare il lavoro (il
termine ultimo per la ritirata dei bianche è il 15 di aprile).
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Lettera di
Suor Leta 12 marzo 2006
Ieri é stata
una giornata piena per tutto il clero e religiosi riuniti con il vescovo
nuovo per uno scambio di idee prima della nostra Assembléia diocesana.
Gli argomenti sono stati numerosi, ma fra le urgenze c'erano gli
avvenimenti della Raposa Serra do Sol. Mentre la commissione dei 14
indios sono in Brasilia per le inadempienze delle promesse del
Governo nel processo homologatorio, due conunitá indígene del Cumanã
I e Nova Vitória che fanno parte della regione di Surumu,(il
mattino del 09 marzo) sono state invase da sei uomini
armati di revolver, tirando in alto e minacciando di dar fuoco alle
case. La notizia é stata denunciata alla Funai e alla Polizia Federale
che promettono di andare a vedere sul posto. Ci domandiamo se sta
iniziando la stagione delle reazioni dei rizicultori che
hanno promesso resistenza armata a qualunque tentativa di ritirata
compulsoria dalla terra indígena. I giornali di oggi negano tutto.
Alle ore 18,30 di ieri 10 di marzo, una bella data da marcare, é
avvenuta l'inaugurazione del Centro di cittadinanza "Nós
existimos". La celebrazione é stata semplice, ma molto commovente
perché questa casa sará lo spazio degli "ultimi":
indios, agricoltori e urbani, che si organizzano nelle pastorali
sociali, in rete con tutte le forze positive, per lottare contro
l'egoismo neoliberale e i suoi tentacoli. Un gruppo di indios hanno
aperto la porta , preceduti dalla pagé con il profumo del maruai
(incenso che scaccia tutti gli spiriti cattivi ) e con il canto
della benedizione in lingua macuxi.Fratel João Carlos
Fernandes (spagnolo) che per due anni ha lavorato tanto, ha visto
il sogno trasformarsi in realtá. Sentitevi protagonisti.
Stamattina, noi missionarie della Consolata abbiamo iniziato la nostra
Conferenza regionale con la nostra Madre Generale e Consigliera di
Continente Suor Renata appena arrivate dall'Italia. Saremo perció,
tutte in Boa Vista fino al giorno 21 di marzo. Saluti
cordialissimi Suor Leta
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Il
governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios.
Marzo 2006
Dietro
le polemiche, lo sfruttamento dell'Amazzonia.
Fonte:
VERDI News, http://www.verdi.it
Essere
emarginati, o addirittura licenziati, per aver fatto il proprio dovere. In
un'epoca di smobilitazione delle politiche ambientali succede sempre più
spesso.
Fa un
certo effetto sapere che questo avviene anche nel Brasile del Presidente Lula.
In primo luogo perché il Brasile ospita la foresta amazzonica, il patrimonio
ambientale più emblematico del mondo. Ma anche perché il governo eletto nel
2003 è quello nel quale molti hanno investito grandi speranze di rinnovamento.
Il 20
gennaio scorso Sydney Possuelo è stato licenziato dalla FUNAI (Fundacao
Nacional do Indio), l'organismo governativo che in Brasile si occupa di tutelare
le popolazioni indigene minacciate di estinzione. La sua colpa è di aver
criticato il presidente della fondazione, Mercio Pereira Gomes, che aveva
sostenuto pubblicamente che in Brasile ci sono "troppe terre a disposizione
di pochissimi indigeni".
Una
frase sentita troppe volte, ma dalla voce delle multinazionali che tagliano le
foreste, dai cercatori d'oro e dagli allevatori interessati a creare pascoli
disboscando, e non dal presidente della fondazione che dovrebbe occuparsi di
quei "pochi" indigeni.
Ma è
più facile comprendere l'episodio nel suo contesto. Nella fase attuale il
Brasile è stretto tra diverse contraddizioni. Se, da un lato, ha raggiunto
importanti risultati sul versante delle politiche sociali, restano aperte
diverse emergenze economiche. Per lo stato federale l'Amazzonia rimane un
gigantesco giacimento di risorse, quindi di soldi per le casse statali,
piuttosto che un patrimonio da conservare. Ecco perché è diventato sempre più
difficile tutelare le popolazioni indigene. Ma Possuelo ha scelto di stare dalla
loro parte.
All'età
di 66 anni resta uno dei maggiori conoscitori di popolazioni indigene
dell'Amazzonia. Ha "scoperto" almemo sette tribù isolate, e questo è
considerato un ottimo medagliere nell'ambiente dei sertanistas, ovvero gli
esploratori etnografi attivi nella foresta amazzonica, che il più delle volte
ricoprono anche il ruolo di attivisti a difesa degli indigeni. Il contatto col
mondo esterno può essere fatale per quelle popolazioni, che possono essere
decimate da un semplice raffreddore. Ecco perché il lavoro di gente come
Possuelo è importante. I Verdi, alla presenza dei rappresentanti di Wwf e
Legambiente, hanno ospitato a Roma una conferenza stampa per denunciare il
degrado che minaccia le foreste abitate dai popoli indigeni e annunciare una
campagna europea che chiede al governo brasiliano di rivedere la decisione di
espellere Possuelo. Come segnala la co-portavoce dei Verdi europei Grazia
Francescato, nei territori indigeni sta prendendo piede una logica di
privatizzazione, che lo scorso primo febbraio si è materializzata con
l'approvazione di una legge che "affitta" l'Amazzonia alle imprese
private. Tredici milioni di ettari di foreste vengono cedute in regime di
concessione per quarant'anni, lo stato prevede di ricavare 1,9 miliardi di reais
in dieci anni. Le imprese potranno ricavarne legno, potranno sfruttare i
giacimenti d'oro, o realizzare coltivazioni di soia, che per giunta è
transgenica, precisa il coordinatore del partito ecologista Angelo Bonelli.
Nulla di più distante dagli interessi delle popolazioni indigene.
Con la
cacciata di Possuelo, il cui lavoro è stato documentato da un ricco reportage
del National Geographic oltre che riconosciuto dalle Nazioni unite, si completa
quello che Bonelli definisce un balzo indietro di trent'anni nel rapporto tra lo
stato brasiliano e gli indigeni. L'Amazzonia, sostengono gli ecologisti, non può
essere una responsabilità solo brasiliana. In un momento di difficoltà
economica come questo, il Brasile mette mano alle sue risorse più preziose, che
rischiano di andare perdute per sempre. Per questo, suggerisce Gaetano Benedetto
del Wwf, occorre aiutare il Brasile a fare a meno dei soldi che intende ricavare
dall'Amazzonia. La stessa legge approvata il primo febbraio proclama l'intento
di proteggere la foresta, ma gli ambientalisti fanno notare che concedere lo
sfruttamento a un pugno di multinazionali non è forse il modo migliore. Come
spiega Roberto della Seta di Legambiente, non si può immaginare una vera tutela
delle foreste senza rendere protagoniste le comunità che abitano quelle
foreste. Nel corso della sua carriera di coordinatore generale degli Indios
isolati, Possuelo ha ottenuto il riconoscimento di 266 demarcazioni di terre
indigene. Oggi si assiste alla polverizzazione di quelle conquiste, denunciata
anche dall'Associazione nazionale degli antropologi, che ha ritirato i suoi
rappresentanti dal Consiglio indigeno attivo presso il governo. Troppe terre per
pochi indigeni, questa è la polemica del giorno in Brasile. Ma anche il numero
degli indigeni è oggetto di discussione. Ottocentomila secondo l'Istituto
brasiliano di geografia e statistica; quasi la metà secondo le cifre ufficiali
della FUNAI, che ha scatenato la polemica, dimenticando le conquiste di appena
quindici anni fa quando, con la costituzione del 1988, il Brasile mise nero su
bianco i diritti dei popoli indigeni. Oppure l'accordo del 1996, raggiunto
presso l'IUCN, l'Unione mondiale per la conservazione della natura, che
attribuiva agli indigeni il diritto al controllo delle loro terre. Possuelo
riflette sconsolato: "A oltre cinquecento anni dalla conquista, ancora non
siamo capaci di vivere in pace con le popolazioni indigene".
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