Roraima 2006

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Sommario:

 

CENTRO DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE

L'Avvocatessa Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla situazione della salute tra gli indios 31 maggio 2006

CARTA ABERTA: CRISE NA ATENÇÃO À SAÚDE INDÍGENA NO ESTADO DE RORAIMA 29 maggio 2006

Lettera di Mário Nicácio (CIR) Boa Vista maggio 2006

Lettera di Carlo Zacquini 20 marzo 2006

Notizia della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.

Polícia Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida 14/3/2006

Aldeias da Raposa Serra do Sol temem novas invasões 13.03.2006

Lettera di Suor Leta 12 marzo 2006

Il governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios. Marzo 2006

Documento finale della 35° assemblea dei popoli indigeni Roraima febbraio 2006 (file pdf)

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CENTRO DE CITTADINANZA. RELAZIONE SUL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE

Boa Vista (RR) abril 2006

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Nel momento in cui Nós Existimos prende forma di Movimento, dopo essere stato Campagna per il periodo di un anno, scopre necessità che fino ad ora non aveva sentito. Emerge in primis quella di avere uno spazio fisico proprio, una sede, non solo per accogliere le strutture stesse del Movimento, ma anche quelle degli Enti Promotori che lo desiderino.

Obiettivo del Progetto

Il progetto intendeva soddisfare la necessità: delle organizzazioni promotrici del Movimento, che a loro volta rappresentano la società civile organizzata di Roraima, di unirsi, articolarsi tra di loro e organizzare meglio le loro attività , con l'obiettivo di:

1) Unire fisicamente gli enti promotori del Movimento Nós Existimos attorno ad uno stesso spazio fisico e ad un ideale di lotta, per mezzo di azioni concrete, contro la disuguaglianza e la corruzione.

2) Di fronte alla condizione di esclusione di gruppi sociali, manipolazione della società, emarginazione di minoranze, cooptazione di leaders e corruzione di organi pubblici, ottenere una maggior visibilità sociale, mostrando così la forza, l'unione e l'organizzazione della società civile.

3) Far sì che gruppi, movimenti e sindacati possano avere uno spazio fisico adatto per incontri e lavoro, facilitando così le loro attività. 

4) Creare uno spazio di studio che renda possibile ai giovani di famiglie povere l'accesso all'università e al mercato del lavoro con possibilità di successo: il corso di preparazione solidale all'esame di ammissione all'università, le cui aule sono previste nel Centro di Cittadinanza Nós Existimos.

Alla ricerca dell'Edificio

In accordo con la Diocesi di Roraima, entità promotrice del Movimento, fu deciso che questa avrebbe ceduto in regime di comodato uno dei suoi edifici nel centro della città di Boa Vista per questo fine. In un primo momento, l'edificio assegnato fu quello che per molti anni era stato l'Ospedale Nostra Signora di Fatima, ma visitandolo, si constatò che il pessimo stato di conservazione avrebbe richiesto una grande spesa per poterlo recuperare.

Nello stesso quartiere, si trova la vecchia residenza delle suore Benedettine, successivamente delle suore Missionarie della Consolata e in tempi più recenti delle suore Apostole di Cristo. Quest' edificio, anche se abbandonato da alcuni anni, non era così fatiscente come quello del vecchio ospedale. Dopo averne parlato con le autorità diocesane, padre Edson Damian e diacono Augusto Monteiro, fu deciso che questo sarebbe stato lo spazio destinato al Movimento Nós Existimos.

Alla Ricerca di Fondi.

Fino a quel momento, il Movimento non aveva avuto alcun sostegno finanziario per far fronte ad un'opera di questa portata. Il Centro di Cittadinanza era un sogno lontano, più che una realtà possibile. Un ingegnere aveva già fatto un primo preventivo dell'opera, ma talmente generale e incompleto che non venne neppure preso in considerazione.

Furono quindi effettuate tre nuove stime che mostrarono più chiaramente l'ammontare dell'opera in termini economici. Sarebbero stati necessari approssimativamente 350 mila reais per affrontare il progetto.

Fin dall'inizio della Campagna, il Comitato pro Roraima di Torino (CO.RO) si è reso disponibile a collaborare in tutto ciò che sarebbe stato necessario per la vita e le attività del Movimento. Sono stati loro ad assumersi la prima e maggior responsabilità nella ricerca dei fondi per la costruzione del Centro di Cittadinanza ed è grazie a loro se oggi esso è una realtà. Ciò che il CO.RO non è riuscito a raggiungere, è stato donato dall'Istituto Missioni Consolata che ha sostenuto e incentivato fin dall'inizio le attività di Nós Existimos.

Primi passi

L'ingegnere che volontariamente ha seguito l'opera, Marta Alvares dos Santos, ha preparato i primi piani, modificati poi varie volte nei mesi successivi, in base alle esigenze che scaturivano o agli ampliamenti che si rendevano necessari per raggiungere gli obiettivi.

Poco alla volta i fondi stavano arrivando e verso la metà del 2004 abbiamo dato inizio alle opere. Si prevedeva di realizzarle in sei mesi se tutto fosse andato bene, ma nel nostro caso i fondi stavano arrivando poco alla volta, e le opere sono finite solo in marzo di quest'anno, pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale.

Presente e futuro

Ancor oggi, il Centro di Cittadinanza è più un progetto che una realtà. La prima parte, che per un lungo periodo ha occupato molto del nostro tempo, la costruzione fisica dello spazio, è pronta. Adesso viene la prova del fuoco. Far sì che il Centro di Cittadinanza sia spazio di incontro e condivisione, vocazione per la quale è nato.

Il nostro obiettivo ora sarà ottenere che la cittadinanza (possesso e uso dei diritti civili e politici) di Roraima dia vita a questo edificio, che almeno una parte della cultura, del pensiero e delle organizzazioni della società di Roraima, passi per i suoi corridoi e stanze.

Sono molti i progetti di sviluppo sociale, culturale ed economico che sogniamo, associati al Movimento Nós Existimos e al Centro di Cittadinanza, sono tutte azioni che intendono rafforzare l'organizzazione sociale di Roraima: formazione sociale e politica; appoggio ai gruppi di economia solidale e produzione di reddito; programma di microcredito solidale; appoggio ad iniziative culturali;corsi con diversi contenuti, ecc. Speriamo e desideriamo che il Centro di Cittadinanza si trasformi in un fuoco di irradiazione sociale e culturale, uno spazio aperto, plurale, libero e democratico nel quale la società abbia voce.

Infine vorrei ringraziare tutti gli amici del CO.RO e tanti altri che credono in noi e ci hanno aiutati a dar forma e forza a questa idea. A tutti voi il nostro più sincero ringraziamento per l'aiuto che ci date nel lavorare per un Roraima migliore per tutti.

Rispettosamente

João Carlos Martinez, imc Coordinatore Nós Existimos

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L'Avvocatessa Del CIR Joenia ha consegnato al Ministro lettera di denuncia sulla situazione della salute tra gli indios. 

Tra le altre cose Joenia ha citato la situazione di rischio del popolo yanomami che pone a rischia la vita di 15000 indios.

Lettera consegnata al Ministro del Governo Lula da Joenia

Il CIR per mezzo di questa lettera espone la situazione drammatica della salute presso gli indios. Vi sono a Roraima due distretti sanitari: il primo per l'attendimento della popolazione yanomami, il secondo per la Raposa Serra do Sol.

Nell'Area Yanomami per la mancanza di fondi nei programmi di salute, constatiamo un aumento della malaria e di altre malattie che decimano la popolazione.

L’ invasione dei garimpeiros è una ulteriore causa di malattie.

Nel Distretto di Raposa mancano strumenti diagnostici per il controllo della malaria e delle altre malattie.

Inoltre le infrastrutture basiche di rifornimento dell'acqua sono assolutamente carenti e ciò provoca un aumento delle malattie

nonostante gli innumerevoli progetti per la costruzione di ambulatori, quelli attualmente esistente furono costruiti dalle comunità, spesso senza le necessarie condizioni di igiene e di infrastrutture auspicabili e necessarie anche per la sistemazione dell'equipe medico infermieristica.

Si registra una situazione di carenza alimentare soprattutto tra i bambini dovuta al fatto che i programmi governativi come Fame Zero e Altri, a sostegno dell'alimentazione, nelle aree indigene non hanno avuto attuazione.

L'appello è che le Autorità competenti federali prendano provvedimenti.

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CARTA ABERTA: CRISE NA ATENÇÃO À SAÚDE INDÍGENA NO ESTADO DE RORAIMA

     O Conselho Indígena de Roraima – CIR, organização indígena que mantém parceria com o governo federal para atenção à saúde das comunidades indígenas desde o ano de 1996, vem por este meio apresentar a dramática situação que estão vivendo nossas comunidades em decorrência da crise que atravessa a saúde indígena em nosso estado. Existem em Roraima dois Distritos Sanitários Indígenas, o primeiro abrangendo a Terra Indígena Yanomami, que se estende pelo estado do Amazonas com uma população em torno de 15.000 indígenas, e o segundo abrangendo as demais terras indígenas localizadas ao leste do estado e que inclui a Terra Indígena Raposa - Serra do Sol onde vive mais da metade dos 34.000 indígenas do distrito. Entre os graves problemas que atingem nossas comunidades, queremos citar os seguintes:

·       A assistência à saúde no Distrito Sanitário Yanomami se encontra paralisada na maioria das áreas, em razão dos atrasos persistentes nos repasses para as organizações conveniadas com a Fundação Nacional de Saúde, o que tem provocado um aumento alarmante na incidência de Malária e de outras doenças, colocando novamente em risco a integridade física e a sobrevivência do Povo Yanomami;

·       A invasão contínua de garimpeiros na área contribui para a disseminação de doenças, gerando conflitos e violência em toda a área, sem que os órgãos responsáveis tomem medidas efetivas para o controle desta situação;

·       As ações de saúde na área do Distrito Sanitário do Leste também estão gravemente comprometidas, devido à paralisação nas compras de equipamentos pela Fundação Nacional de Saúde nos últimos anos, o que levou ao sucateamento de toda a infra-estrutura de transportes e comunicação, e a falta de equipamentos essenciais ao controle da Malária e de outras doenças que estão aumentando em toda a área;

·       As obras de Saneamento Básico e Abastecimento de Água, indispensáveis para o controle das doenças nas difíceis condições ambientais das serras e do lavrado de Roraima, têm acontecido em um ritmo muito insuficiente e que não atende às necessidades da grande maioria das comunidades, sendo que no ano de 2005 todos os recursos foram devolvidos e este ano existe sério risco de que novamente as obras prometidas não sejam realizadas;

·       As construções de pólos-base e postos de saúde no Distrito Sanitário do Leste até hoje não saíram do papel, apesar dos inúmeros projetos elaborados e prometidos nos últimos anos, fazendo com que a grande maioria dos 220 postos de saúde e 80 laboratórios existentes tenha sido construída pelas próprias comunidades, com os recursos da arquitetura tradicional, e sem as condições de higiene e infra-estrutura adequadas aos serviços de saúde e à acomodação das equipes que atuam na área;

·       Outros programas do governo federal, como Bolsa Família, Fome Zero, Luz Para Todos, e o Programa de Apoio à Agricultura Familiar, também não chegaram à grande maioria das comunidades, o que agrava as situações de Desnutrição Infantil e Carência Alimentar existentes em terras indígenas de pouca extensão territorial e baixa produtividade, onde os programas do governo estadual estão totalmente ausentes.        

         Confiantes nos compromissos assumidos pelo governo federal com a melhoria da saúde e qualidade de vida dos povos indígenas em nosso país, fazemos um apelo às autoridades responsáveis para que tomem as providências urgentes que esta situação requer.

Boa Vista - RR, 29 de maio de 2006.

 

Marinaldo Justino Trajano

Coordenador Geral do CIR

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Lettera di Mário Nicácio (CIR) Boa Vista maggio 2006

Amica Silvia,

dichiaro che il coordinamento della campagna di ricostruzione funziona con la seguente equipe : Diocesi di Roraima (Bispo D. Roque), Conselho indigena de Roraima (Mario Wapichana) e Missionari della Consolata (Suor Leda). Tutte le informazioni circolano tra tutte le entità che sono coinvolte nella ricostruzione fisica ed educativa di Surumu.

Putroppo, nei primi mesi non abbiamo avuto successo in questa comunicazione, per le minacce subite dai leader della campagna, ma ora siamo in costante comunicazione.

Confermo anche l'arrivo dei 7000 euro dall'Italia, equivalenti a circa R$ 16.000,00. Purtroppo il cambio qui a Boa Vista è più basso. Il finanziamento sarà utilizzato per una parte della ricostruzione fisica e per il pagamento di un ingegnere civile che accompagni l'opera. Fortunatamente il lavoro procede bene, anche se ci sono vari movimenti antiindigeni nel momento in cui si stanno espellendo gli invasori. Continuiamo ad usare due conti diversi, uno della diocesi di Roraima e l'altro del CIR (Conselho Indigena de Roraima): conto 48435-1 Banco do Brasil di cui sono responsabile, informando l'arrivo dei finanziamenti e pianificando le spese per le attività riferentesi al Centro Indigeno Surumu. I due conti rimangono separati per facilitare il controllo tra le entità, ma sono tutti responsabili di sottoporre i conti e altre informazioni alle comunità indigene come al coordinamento (Vescovo e coordinatore del CIR).

Spero di averti dato le informazioni necessarie per la vostra comprensione e ringrazio per l'attenzione. 

Mário Nicácio

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Lettera di Carlo Zacquini 20 marzo 2006

Alcune parole che ho detto il 16 u.p., durante la Riunione Straordinaria del Consiglio Distrettuale di Sanitá Yanomami e Ye'kuana, alla quale ho partecipato come rappresentante della Diocesi di Roraima..
C'é molto disanimo tra gli utenti, il personale tecnico e le entitá che hanno stipulato una convenzione(contratto).
Mi farebbe piacere poter dire che noi, quí presenti, possiamo risolvere i problemi sanitari dei popoli Yanomami e Ye'kuana. Non posso!
Sono convinto che i problemi saranno risolti solo quando, finalmente, qualcuno del Governo Federale, comincerá a udire quel che si dice qui da molto tempo. Quando le convenzioni (contratti) saranno firmate tra enti affidabili; é inutile cambiare gli enti che fanno le convenzioni quando l'altra parte (organo Federale incaricato della Sanitá indigena) non é affidabile.
Qualsiasi ente voglia assumere queste convenzioni, o lo fa perché é molto legato ai popoli indigeni, o perché crede che ci guadagnerá soldi o prestigio. É una considerazione che puó sembrare crudele, ma che mi pare onesta e é sincera. Gli stessi enti che sono legati ai diritti umani, e agli interessi degli indigeni, sono in una situazione, nella quale si chiedono se ha ancora senso continuare a fare convenzioni con un organo che esige, giustamente, la realizzazione degli impegni presi, ma si sente totalmente libero di non compiere i suoi obblighi; un organo che fa solo esigenze e non ascolta i beneficiari dell'assistenza sanitaria, i contrattati e i tecnici che eseguono le azioni (medici, infermieri, ...), senza parlare di alcuni responsabili locali (membri dell'organo Federale - FUNASA) che concordano con questa visione e soffrono perché sentono che non sono rispettati dalle loro istanze superiori.
Queste convenzioni, nel modo in cui funzionano, sono una forma di schiavizzare i contrattanti. Non é possibile portare avanti un lavoro serio quando chi decide é una parte sola.
La Funasa paga quando vuole, come vuole e quanto vuole. Chi sta in questa lotta, si sente umiliato e impotente!
La Funasa sta dimostrando che non é affidabile.
Se si sommano le cose, e si considerano anche le azioni tra gli indios della FUNAI e della Polizia Federale, il panorama dell'azione del Governo Federale é di una irresponsabilitá difficile da descrivere e impossibile da accettare: questo senza guardare oltre, negli altri Stati Brasiliani  nei quali ci sono popolazioni indígene, e nei quali la situazione é simile o anche peggiore; specialmente perché non c'é in tutti gli stati la stessa attuazione e tradizione di indigenismo che c'é in Roraima.
Se alcuni enti non vogliono assumere, non é perché hanno paura, o non sanno come fare, ....

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Notizia della Folha de Boa Vista del 16 marzo 2006.

La Polizia civile ha mandato degli uomini alla Villa di Surumu per preservare l'ordine durante i giorni della festa patronale (16-19 marzo). Tale festa è stata organizzata dal Municipio di Pacaraima e dalla Vila di Surumu. Quest'anno la festa è stata ribattezzata "Festa della Liberazione della Vila di Surumu" in una chiara presa di posizione contro il termine del 15 Aprile dato dal Presidente Lula per lasciare l'Area omologata per gli indios.
Si temono quindi azioni di forza contro gli indios e i missionari.

RUMORES DE CONFLITO

Polícia Civil envia grupo para Surumu

Tiana Brazão

Com os “Festejos de Libertação” na Vila Surumu, no Município de Pacaraima, e os rumores de conflito por conta das divergências relacionadas à homologação da terra indígena Raposa Serra do Sol, o Ministério Público solicitou apoio da Polícia Civil para garantir a segurança dos moradores.

Na tarde de ontem, um grupo de 15 homens do Dopes (Departamento de Operações Especiais), coordenado pelo delegado Daniel Ferreira, se deslocou até a localidade para realizar o policiamento ostensivo durante os três dias de festejo, que começam hoje e terminam domingo, 19.

A solicitação do Ministério Público tem como objetivo evitar que ocorram atos de vandalismo nas escolas e igrejas, como ocorreu no ano passado, quando dois prédios da Missão Surumu foram incendiados e pessoas agredidas por conta das divergências entre grupos contrários e favoráveis à demarcação.

Segundo o delegado Daniel Ferreira, os policiais estarão de prontidão para garantir a ordem no local, realizando revistas e diligenciando durante os dias de festa. “Existem rumores de que os atos de vandalismo seriam mais intensos este ano”, disse.

Os policiais saíram de Boa Vista por volta das 16h com retorno previsto para a manhã de segunda-feira, 20. Isto se a festa ocorrer com tranqüilidade.

MOTIVOS - A festa, que durante 60 anos foi realizada em comemoração ao padroeiro da cidade, São José, vai acontecer a partir de hoje e só terminará no domingo, 19. A Prefeitura de Pacaraima e a administração da Vila organizaram todo o evento.

Este ano, o evento recebeu o nome de “Festejos da Libertação da Vila Surumu”, que pode estimular a resistência dos que não têm pretensão de deixar o local com o término do prazo (15 de abril) para desocupar a área, que foi homologada pelo presidente Lula da Silva.

A mudança de nome do festejo foi entendida pelos favoráveis à homologação como um aviso, quando faltam apenas 30 dias para expirar o prazo, sendo um dos motivos que levaram o Ministério Público a solicitar o apoio da polícia.

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Polícia Federal apreende armas em fazenda próxima à aldeia invadida 14/3/2006

A Polícia Federal apreendeu três espingardas, uma arma artesanal e cartuchos calibre 16, na posse denominada ‘Fazendinha’, próxima à aldeia Cumanã I. A operação foi realizada no último sábado, 11/3, após denúncia feita pelo Conselho Indígena de Roraima de que a comunidade tinha sido invadida por homens armados.

A diligência foi comandada por Policiais Federais da Delegacia de Repressão a Crimes Contra o Meio Ambiente e Patrimônio Histórico, em operação conjunta com o INCRA  e a FUNAI, para verificar crime contra a coletividade indígena na região da Raposa Serra do Sol.

A posse ‘Fazendinha’ fica a cerca de seis quilometros da aldeia Cumanã I, comunidade invadida no dia 9 de março por seis homens armados. Segundo denúncia do tuxaua Tedir alves, vice-coordenador da região de Surumu, “os homens entraram na aldeia atirando para o alto”.

Na mesma operação, além de encontrar armas, os policiais prenderam Otacílio Francisco de Sena, 51, por prática de crime ambiental.  Ele cortava, ilegalmente, madeira de lei dentro da terra indígena Raposa Serra do Sol.

Otacílio foi autuado em flagrante e conduzido à Penitenciária Agrícola do Monte Cristo, onde permanece à disposição da Justiça. Um moto-serra foi apreendido e encaminhado à Superintendência da Polícia Federal.

Conselho Indígena de Roraima

La Polizia Federale ha rinvenuto delle armi (probabilmente le stesse utilizzate nell'invasione di un villaggio indigeno). Ha inoltre arrestato un bianco, colpevole di tagliare illegalmente alberi dal territorio indigeno.

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Aldeias da Raposa Serra do Sol temem novas invasões 13.03.2006

As comunidades indígenas da terra Raposa Serra do Sol, principalmente da região de Surumu, temem por novas invasões como a ocorrida no dia 9 de março, na aldeia Cumanã I, quando seis homens armados adentraram a aldeia ameaçaram as famílias e dispararam tiros de revolver para o alto.

Conforme divulgado pelo Conselho Indígena de Roraima – CIR, Funai e Polícia Federal estiveram na comunidade Cumanã I, no dia seguinte à invasão, mas os não-índios já haviam evadido do local. A PF abriu inquérito para investigar o caso.

Depois de mais uma invasão violenta de comunidades da Raposa Serra do Sol, os líderes regionais e tuxauas estão em alerta máximo, principalmente com a proximidade do dia 15 de abril, prazo dado pelo Governo Federal para a retirada de todos os invasores da terra indígena.

Integrantes de quatro Grupos de Trabalho – GTs, responsável pela avaliação das benfeitorias dos posseiros, têm recebido ameaças verbais para não continuarem o trabalho. Cada GT é composto por cinco servidores da Funai, Incra e Ministério da Agricultora.

O CIR alerta a todas as autoridades brasileiras para o risco de novas invasões e agressões que correm as comunidades de Raposa Serra do Sol, enquanto não forem retirados todos os ocupantes não-índios da terra indígena.

Conselho Indígena de Roraima

Il CIR teme nuove invasioni di villaggi indigeni dopo quello occorso il giorno 9 quando alcuni uomini armati sono entrati nel villaggio sparando in alto e hanno minacciato gli abitanti.
Gli addetti alla mappatura di tutti i beni costruiti dai bianchi nelle terre ora omologate (beni soggetti a indennizzazione) hanno ricevuto minacce da chi vuole impedire a loro di continuare il lavoro (il termine ultimo per la ritirata dei bianche è il 15 di aprile).

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Lettera di Suor Leta 12 marzo 2006

Ieri é stata una giornata piena per tutto il clero e religiosi riuniti con il vescovo nuovo per uno scambio di idee prima della nostra Assembléia diocesana. Gli argomenti sono stati numerosi, ma fra le urgenze c'erano gli avvenimenti della Raposa Serra do Sol. Mentre la commissione dei 14 indios sono in Brasilia per le inadempienze delle promesse del Governo nel processo homologatorio, due conunitá indígene del Cumanã I  e Nova Vitória che fanno parte della regione di Surumu,(il mattino del 09 marzo) sono state invase  da sei uomini armati di revolver, tirando in alto e minacciando di dar fuoco alle case. La notizia é stata denunciata alla Funai e alla Polizia Federale che promettono di  andare a vedere sul posto. Ci domandiamo se sta iniziando la stagione delle reazioni  dei rizicultori che hanno promesso resistenza armata a qualunque tentativa di ritirata compulsoria dalla terra indígena. I giornali di oggi negano tutto.
Alle ore 18,30 di ieri 10 di marzo, una bella data da marcare, é avvenuta l'inaugurazione del Centro di cittadinanza "Nós existimos". La celebrazione é stata semplice, ma molto commovente perché questa casa sará lo spazio  degli "ultimi": indios, agricoltori e urbani, che si organizzano nelle pastorali sociali, in rete con tutte le forze positive, per lottare contro l'egoismo neoliberale e i suoi tentacoli. Un gruppo di indios hanno aperto la porta , preceduti dalla pagé  con il profumo del maruai (incenso che scaccia tutti gli spiriti cattivi ) e con  il canto della benedizione  in lingua macuxi.Fratel João Carlos Fernandes (spagnolo) che per due anni ha lavorato tanto, ha visto il sogno trasformarsi in realtá. Sentitevi protagonisti.
Stamattina, noi missionarie della Consolata abbiamo iniziato la nostra Conferenza regionale con la nostra Madre Generale e Consigliera di Continente Suor Renata appena arrivate dall'Italia. Saremo perció, tutte  in Boa Vista  fino al giorno 21 di marzo. Saluti cordialissimi Suor Leta

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Il governo brasiliano caccia Sydney Possuelo, antropologo amico degli indios. Marzo 2006

Dietro le polemiche, lo sfruttamento dell'Amazzonia.

Fonte: VERDI News, http://www.verdi.it

Essere emarginati, o addirittura licenziati, per aver fatto il proprio dovere. In un'epoca di smobilitazione delle politiche ambientali succede sempre più spesso.

Fa un certo effetto sapere che questo avviene anche nel Brasile del Presidente Lula. In primo luogo perché il Brasile ospita la foresta amazzonica, il patrimonio ambientale più emblematico del mondo. Ma anche perché il governo eletto nel 2003 è quello nel quale molti hanno investito grandi speranze di rinnovamento.

Il 20 gennaio scorso Sydney Possuelo è stato licenziato dalla FUNAI (Fundacao Nacional do Indio), l'organismo governativo che in Brasile si occupa di tutelare le popolazioni indigene minacciate di estinzione. La sua colpa è di aver criticato il presidente della fondazione, Mercio Pereira Gomes, che aveva sostenuto pubblicamente che in Brasile ci sono "troppe terre a disposizione di pochissimi indigeni".

Una frase sentita troppe volte, ma dalla voce delle multinazionali che tagliano le foreste, dai cercatori d'oro e dagli allevatori interessati a creare pascoli disboscando, e non dal presidente della fondazione che dovrebbe occuparsi di quei "pochi" indigeni.

Ma è più facile comprendere l'episodio nel suo contesto. Nella fase attuale il Brasile è stretto tra diverse contraddizioni. Se, da un lato, ha raggiunto importanti risultati sul versante delle politiche sociali, restano aperte diverse emergenze economiche. Per lo stato federale l'Amazzonia rimane un gigantesco giacimento di risorse, quindi di soldi per le casse statali, piuttosto che un patrimonio da conservare. Ecco perché è diventato sempre più difficile tutelare le popolazioni indigene. Ma Possuelo ha scelto di stare dalla loro parte.

All'età di 66 anni resta uno dei maggiori conoscitori di popolazioni indigene dell'Amazzonia. Ha "scoperto" almemo sette tribù isolate, e questo è considerato un ottimo medagliere nell'ambiente dei sertanistas, ovvero gli esploratori etnografi attivi nella foresta amazzonica, che il più delle volte ricoprono anche il ruolo di attivisti a difesa degli indigeni. Il contatto col mondo esterno può essere fatale per quelle popolazioni, che possono essere decimate da un semplice raffreddore. Ecco perché il lavoro di gente come Possuelo è importante. I Verdi, alla presenza dei rappresentanti di Wwf e Legambiente, hanno ospitato a Roma una conferenza stampa per denunciare il degrado che minaccia le foreste abitate dai popoli indigeni e annunciare una campagna europea che chiede al governo brasiliano di rivedere la decisione di espellere Possuelo. Come segnala la co-portavoce dei Verdi europei Grazia Francescato, nei territori indigeni sta prendendo piede una logica di privatizzazione, che lo scorso primo febbraio si è materializzata con l'approvazione di una legge che "affitta" l'Amazzonia alle imprese private. Tredici milioni di ettari di foreste vengono cedute in regime di concessione per quarant'anni, lo stato prevede di ricavare 1,9 miliardi di reais in dieci anni. Le imprese potranno ricavarne legno, potranno sfruttare i giacimenti d'oro, o realizzare coltivazioni di soia, che per giunta è transgenica, precisa il coordinatore del partito ecologista Angelo Bonelli. Nulla di più distante dagli interessi delle popolazioni indigene.

Con la cacciata di Possuelo, il cui lavoro è stato documentato da un ricco reportage del National Geographic oltre che riconosciuto dalle Nazioni unite, si completa quello che Bonelli definisce un balzo indietro di trent'anni nel rapporto tra lo stato brasiliano e gli indigeni. L'Amazzonia, sostengono gli ecologisti, non può essere una responsabilità solo brasiliana. In un momento di difficoltà economica come questo, il Brasile mette mano alle sue risorse più preziose, che rischiano di andare perdute per sempre. Per questo, suggerisce Gaetano Benedetto del Wwf, occorre aiutare il Brasile a fare a meno dei soldi che intende ricavare dall'Amazzonia. La stessa legge approvata il primo febbraio proclama l'intento di proteggere la foresta, ma gli ambientalisti fanno notare che concedere lo sfruttamento a un pugno di multinazionali non è forse il modo migliore. Come spiega Roberto della Seta di Legambiente, non si può immaginare una vera tutela delle foreste senza rendere protagoniste le comunità che abitano quelle foreste. Nel corso della sua carriera di coordinatore generale degli Indios isolati, Possuelo ha ottenuto il riconoscimento di 266 demarcazioni di terre indigene. Oggi si assiste alla polverizzazione di quelle conquiste, denunciata anche dall'Associazione nazionale degli antropologi, che ha ritirato i suoi rappresentanti dal Consiglio indigeno attivo presso il governo. Troppe terre per pochi indigeni, questa è la polemica del giorno in Brasile. Ma anche il numero degli indigeni è oggetto di discussione. Ottocentomila secondo l'Istituto brasiliano di geografia e statistica; quasi la metà secondo le cifre ufficiali della FUNAI, che ha scatenato la polemica, dimenticando le conquiste di appena quindici anni fa quando, con la costituzione del 1988, il Brasile mise nero su bianco i diritti dei popoli indigeni. Oppure l'accordo del 1996, raggiunto presso l'IUCN, l'Unione mondiale per la conservazione della natura, che attribuiva agli indigeni il diritto al controllo delle loro terre. Possuelo riflette sconsolato: "A oltre cinquecento anni dalla conquista, ancora non siamo capaci di vivere in pace con le popolazioni indigene".

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