Campagne
in corso
Campanha
pela imediata retirada dos invasores
da Raposa Serra do Sol (Roraima - Brasil)
La
vittoria degli indigeni Macuxì, Tuarepang, Patamona, Ingaricò,
Servizio
del TG3 sulla Raposa Serra do Sol
5 maggio 2009
Articolo
del Corriere della Sera sulla situazione a Roraima 4 maggio
2009
Il Supremo Tribunale Federale Brasiliano
ha emesso (finalmente) la sentenza relativa alla terra Indigena Raposa
Serra do Sol
Il Tribunale ha sancito l'omologazione della terra
indigena in "area continua" come da richieste delle popolazioni
indigene, ha però fissato 19 condizioni....
Articolo
di David Lifodi musibrasil.net del 7 aprile 2009
Lettera di Enzo
Lauriola (Economista sociale, ricercatore all'Impa, Istituto nazionale
brasiliano di ricerca dell'amazzonia a Manaus) valutazioni sulla
risoluzione del supremo tribunanale federale. 27 marzo 2009 (italiano)
Documento
del CIR a riguardo dell'allontanamento dei "non indios" dalla
Raposa 25 marzo 2009 (portoghese)
Sentenza del Supremo
Tribunale Brasiliano tradotta in Italiano 23 marzo 2009
Articolo
"Corriere della Sera" 20 marzo 2009
Articolo
di International.net del 20 marzo 2009 (italiano)
Testo
pubblicato sul sito del Supremo Tribunale Federale Brasiliano 20 marzo
2009 (portoghese)
Carta
de agradecimento del CIR (Consiglio Indigeno di Roraima) 20 marzo 2009
(portoghese)
Convegno
e mostra fotografica Torino 18 - 23 ottobre 2004
Roraiama (Brasile) Sequestrati tre missionari fra anarchia e impunità
(6 gennaio 2004)
Violenta reazione contro gli Indiani dell'Amazzonia brasiliana 7gennaio 2004
(da Survival.org)
Ottobre
2003 Il Vice sindaco di
Torino Marco Calgaro riceve una delegazione di capi indigeni di Roraima
Maggio 2003
Nos Existimos Uniti per la vita contro la violenza e l’impunità
Campagna internazionale degli indigeni, dei contadini e degli emarginati
della città - Roraima (Brasile).
Febbraio 2003: Campagna per omologazione terra "Raposa Serra do Sol"
Raccolta fondi per sovvenzionare, per tre anni, l'ospedale infettivologico di Surumù
BRASILE: LUIZ INACIO LULA DA SILVA NUOVO PRESIDENTE; A SPOGLIO PRATICAMENTE CONCLUSO HA IL 61,4% DEI VOTI
Lettera di Silvia Zaccaria
novembre 2002
Convegno
e mostra fotografica 18 - 23 ottobre 2004
Torino
Sala Regione Piemonte C.so Stati Uniti 23
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Roraiama
(Brasile)
Sequestrati tre
missionari fra anarchia e impunità
Roraima \
Brasile, 6 gennaio 2004. Latifondisti (fazendeiros) e risicoltori, con
l’appoggio di indios, sequestrano tre missionari della Consolata a Surumù,
a 220 km dalla capitale Boa Vista, e li detengono in ostaggio. Un fatto
inedito a Roraima. Il giorno 8 i missionari vengono rilasciati. Ma la
vicenda resta gravissima, e non solo perché sono stati vilipesi tre
religiosi: un brasiliano, un colombiano e uno spagnolo.
Con il
fattaccio, gli autori:
- hanno
depredato una missione cattolica;
- hanno
assalito l’annesso Centro di formazione indigena, sequestrando persino
alcuni allievi;
- hanno
attaccato a Boa Vista due istituzioni nazionali: la Funai (Fondazione
nazionale dell’indio) e l’Incra (Istituto nazionale di colonizzazione
e riforma agraria);
- hanno
bloccato le vie di accesso a Boa Vista e le autostrade 174 e 401, che
collegano rispettivamente al Venezuela e alla Guyana inglese;
- hanno
impedito l’accesso di generi alimentari…
La ragione?
Esprimere un secco no al governo federale per l’omologazione dell’area
indigena Raposa\Serra do Sol, prevista per la fine di gennaio, dopo
estenuanti pressioni durate un trentennio. Intanto, nel 1998, il ministro
della giustizia firmava il decreto di demarcazione dell’area.
Il territorio,
di 16.500 kmq, è abitato dagli indigeni Macuxi, Wapichana Ingarikò,
Patamoma e Taurepang. Complessivamente 15.000 persone.
Ma c’è di più
nei fatti del 6 gennaio. Sotto la punta di un iceberg, si cela il disegno
perverso di conservare il territorio di Roraima nell’anarchia ed impunità.
Noi, al
contrario, riteniamo che la legalità non solo sia possibile, ma
soprattutto doverosa. Lo
affermiamo confortati dalle seguenti esperienze positive.
- 1997,
giugno-luglio. Le comunità indigene, dell’area ovest della Raposa\Serra
do Sol, insorgono pacificamente, pressando il governo federale di Brasilia
affinché allontani dal territorio i cercatori d’oro e diamanti
(garimpeiros). Questi tuttavia, sostenuti da vasti settori della comunità
dei bianchi, sostengono che l’intervento delle forze del governo
federale avrebbe scatenato la guerra civile. Alla fine, di fronte alla
polizia federale, i garimpeiros (benché armati) si arrendono senza colpo
ferire.
- 1998. I
garimpeiros occupano illegalmente l’area est della Raposa\Serra do Sol,
e gli indios incalzano la Funai affinché allontani gli invasori. Costoro,
ancora una volta, minacciano il caos sociale. Ma il 31 gennaio
intervengono le forze federali, accompagnate da indigeni. E tutto si
risolve nella tranquillità. La stessa società roraimense, pur ostile
agli indios, non reagisce.
Dunque,
l’ordine è garantito dal governo
federale, mentre quello di Roraima è inetto e fomenta le invasioni nel
territorio indigeno.
Dopo i fatti
del 6 gennaio, il governo federale deve ristabilire l’“ordine”, come
vuole anche la bandiera nazionale del Brasile. Non farlo significherebbe
avallare anarchia e impunità, su cui contano le autorità corrotte di
Roraima.
Dal gennaio
2003 a Roraima è in corso la Campagna internazionale “Nos existimos”,
che vede i popoli indigeni, i contadini poveri e gli emarginati della città
alleati contro l’impunità. La Campagna, promossa da diocesi di Roraima,
missionari della Consolata, Centro indigeno, Centrale unica dei
lavoratori, Centro dei diritti umani, ecc., rivendica pure
l’omologazione in area continua della Raposa\Serra do Sol: omologazione
che il presidente Luis Inazio Lula da Silva dovrebbe presto sottoscrivere.
Ci auguriamo
che il presidente di una grande nazione democratica, come il Brasile, non
si lasci intimorire da un pugno di facinorosi.
I promotori di
“Nos existimos” in Italia
Torino, 9
gennaio 2004
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I coloni
prendono tre missionari in ostaggio e distruggono la missione cattolica
presente nell’area indigena.
Ieri, 6 gennaio, un
gruppo di circa 200 coloni brasiliani ha invaso la missione cattolica di
Surum, nella riserva indigena di Raposa Serra do Sol, nel nord dello stato
amazzonico di Roraima. Tre missionari (uno spagnolo, uno colombiano e uno
brasiliano) sono stati presi in ostaggio: una televisione locale ha
diffuso le immagini dei tre uomini legati, sotto il sole. La missione,
dotata di un ospedale, di una scuola e di una mensa per la popolazione
indigena, è stata saccheggiata. I coloni hanno bloccato tutte le strade
dell’area e la polizia sta negoziando il rilascio dei tre missionari. I
coloni e i loro sostenitori sono anche impegnati in una manifestazione a
Boa Vista, capitale dello stato.
Da decenni i Makuxi e
gli altri Indiani di Raposa Serra do sol stanno lottando per la ratifica
del loro territorio. Nonostante l'area indigena sia già stata da tempo
definita e demarcata, gli indiani stanno ancora attendendo la firma
presidenziale, promessa già dal 1998 e necessaria per il riconoscimento
finale. Il 23 dicembre scorso, il Ministro alla Giustizia ha annunciato
l'intenzione del presidente di firmare e di rimuovere i 7000 non-indiani
che occupano il territorio, principalmente coltivatori di riso e
allevatori.
Un portavoce del
Consiglio Indigeno di Roraima (CIR) ha dichiarato oggi che "la
ratifica di Raposa Serra do Sol è il barometro che misura l'atteggiamento
del governo Lula verso la causa indigena: se oggi interverrà, gli Indiani
di tutto il Brasile interpreteranno il suo gesto come un segno di impegno
per il riconoscimento dei loro diritti".
Nonostante i manifesti
elettorali, che promettevano il rispetto dei diritti dei popoli indigeni
del Brasile, il primo anno di governo Lula ha segnato un vertiginoso
aumento della violenza verso gli Indiani, la mancanza di qualsiasi
progresso nella restituzione delle loro terre, un aumento della
militarizzazione delle aree indigene e gravi minacce di taglio alla loro
assistenza sanitaria.
"Nel
2003, le speranze degli Indiani del Brasile sono andate tutte in frantumi.
Per evitare ulteriori violenze nel 2004, Lula deve affrontare seriamente
la questione dei loro diritti alla terra e ratificare immediatamente
Raposa Serra do Sol." (Stephen Corry, direttore Generale di
Survival.)
In questi giorni è
presente in Italia (ed è a disposizione per interviste) Fratel Carlo
Zacquini, da oltre 40 anni impegnato in Brasile nella difesa dei diritti
dei popoli indigeni di Roraima. Contattare Survival (02-8900671) per
ulteriori informazioni e interviste.
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Maggio
2003
Uniti per la vita
contro la violenza e l’impunità
Campagna
internazionale degli indigeni, dei contadini
e degli
emarginati della città - Roraima (Brasile).
GENOCIDIO A
RORAIMA (BRASILE)
Si fa sempre più
grave la persecuzione contro le popolazioni indigene di Roraima, lo Stato
più settentrionale del Brasile, al confine con il Venezuela e la Guyana.
In esso vivono circa 40.000 Indios, di cui 17.000 Macuxì, 12.000
Yanomami, 6500 Wapichana, 800 Waimirì-Atroari, 700 Ingaricò, 600 Wai-wai,
500 Tuarepang, 400 Yekuana, 50 Patamona. Alcuni gruppi indigeni,
nell'isolamento della foresta amazzonica, non hanno mai visto i bianchi.
L'invasione delle terre indigene e la distruzione di queste popolazioni
dura ormai da decenni, ma ora ha raggiunto probabilmente la stretta
finale. I fazendeiros (gli agricoltori latifondisti), i garimpeiros (i
cercatori di minerali preziosi), e i madereiros (i commercianti di
legnami) stanno attuando con ogni mezzo un vero genocidio degli Indios per
impossessarsi delle loro terre.
La Costituzione
brasiliana del 1988 (articolo 231) riconosce il diritto degli Indios
all'uso esclusivo almeno del territorio dove essi ora sono ridotti ad
abitare. Ma il Governo brasiliano, sotto le pressioni soprattutto delle
multinazionali minerarie, del legname, e di gruppi tendenti a formare
grandi latifondi, ha finora cercato di ridimensionare la demarcazione, già
ratificata con apposito decreto legislativo, di talune terre indigene,
come l'area Yanomami (dove vivono circa 12.000 Yanomami), e blocca con
ogni pretesto la definizione di altre aree già previste dal dettato
costituzionale e mai omologate, come l'area Raposa-Serra do Sol (abitata
da circa 15.000 Macuxì, Wapichana, Ingarikò e Tuarepang). Le motivazioni
sono sempre le stesse: "Troppa terra per pochi Indios":
dimenticando che questi, perfetti custodi dell'ambiente, hanno bisogno di
foresta e di savana per le attività di caccia e pesca con cui si
sostengono, e che la mancanza di terre per tanti poveri contadini è
dovuta invece al rifiuto da parte del Governo di ogni seria riforma
agraria, in un Paese dove il 4% della popolazione possiede il 92% delle
ricchezze. "Gli Indios vanno integrati nella restante popolazione
brasiliana": facendo finta di ignorare che civiltà che gli
antropologi datano a circa 12.000 anni prima di Cristo, all'età del
legno, come quella degli Yanomani, subiscono un impatto devastante
nell'incontro non mediato con la nostra cultura supertecnologica.
"Gli Indios non sono difensori affidabili delle frontiere": ma
chi mai potrebbe tentare un'invasione attraverso l'impenetrabile foresta
amazzonica? Eppure, ecco il rispolvero del vecchio progetto "Calha
Norte" da parte dei Generali dell'Esercito, con la costruzione di
caserme in pieno territorio indigeno, come quelle di Uiramutá, di Surucucús
e Auarís, distruggendo così la cultura indigena, introducendo tra quelle
popolazioni alcolismo e prostituzione, decimandole con malattie per loro
nuove, e soprattutto attuando quella vergognosa politica di "stupri
etnici" da parte di militari su donne indie più volte denunciata con
tanta forza anche dall'attuale Vescovo di Boavista, Mons. Apparecido Josè
Diaz.
La presenza di
militari nei territori degli Indios sta determinando una ripresa
dell'invasione dei cercatori di minerali soprattutto dalla Guyana, e una
rinnovata occupazione delle terre da parte dei grandi latifondisti.
Inoltre, i militari, ben coadiuvati da varie sette nordamericane che altro
non sono che la longa manus di varie multinazionali, svolgono opera di
spaccatura del movimento indigeno, corrompendo con promesse e donativi
queste semplici popolazioni, creando divisioni interne alle comunità e
facendo apparire una parte del mondo indigeno come favorevole
all'occupazione da parte dei bianchi.
La questione
ecologica si va facendo gravissima: la contaminazione delle acque da parte
degli agrotossici usati dai grandi risicoltori sta portando a morie di
pesci e diffusione di malattie tra gli Indios. I grandi allevatori
incendiano vaste aree di foresta per farne pascoli. I commercianti di
legname stanno praticando un disboscamento selvaggio, con gravi danni
ambientali e sulle possibilità di caccia delle popolazioni locali.
L'instaurarsi di grandi monoculture (soprattutto l'acacia da parte di un
gruppo svizzero-canadese e la soia, che la multinazionale Mitsubishi
intende piantare nella savana) riducono le terre indigene e determinano un
preoccupante impoverimento del sottosuolo. L'apertura di nuove strade nei
territori e la creazione di Parchi nazionali per turisti facoltosi
facilita l'invasione dei bianchi e l'importazione di malattie contro le
quali gli Indios non hanno difese immunitarie. Lo sfruttamento selvaggio
delle risorse minerarie e idriche sta togliendo loro la possibilità di
sopravvivere.
I diritti degli
indigeni ad esistere e a mantenere la loro cultura sono calpestati. Gli
Indios sono in ogni modo discriminati nella società di Roraima e del
Brasile in generale. Sugli Indios aumenta sempre più la morsa della
violenza, con eccidi, omicidi, soprusi, abusi di autorità.
A fianco degli
Indios lottano indomite la Chiesa Cattolica, alcune Chiese Riformate e
varie Organizzazioni Non Governative. Esse sono oggetto ogni giorno di una
Campagna denigratoria pesantissima da parte dei giornali, delle TV e del
Governo di Roraima, che li accusano di... terrorismo, di voler
internazionalizzare l'Amazzonia, di commerci illegali e di ogni bieco
misfatto. Chi cerca di difendere le popolazioni indigene è fatto segno di
pesanti attentati.
Per denunciare
questa drammatica situazione è incominciata la
CAMPAGNA
INTERNAZIONALE "NÓS EXISTIMOS" DEGLI INDIGENI, DEI CONTADINI E
DEGLI EMARGINATI DELLA
CITTÁ - RORAIMA
(BRASILE)
Per la prima volta
gruppi di poverissimi e di emarginati, che il Potere aveva finora
contrapposto per meglio sfruttarli, si sono faticosamente riuniti
prendendo coscienza che il riconoscere agli Indios il diritto alle loro
terre di origine non va a scapito dei contadini senza terra o dei
miserabili garimpeiros, i cercatori d'oro. I piccoli agricoltori, attirati
in Roraima dai politici con promesse menzognere solo per creare una
contrapposizione numerica di bianchi nei confronti degli Indios, si
ritrovano senza titoli di proprietà delle terre che lavorano, senza aiuti
e infrastrutture. I lavoratori emarginati della città hanno dovuto
abbandonare per la fame e le invasioni le malocas (case multifamiliari
indigene) e i campi per finire nelle baraccopoli delle periferie, vittime
di ogni sorta di violenza, sfruttati da politici corrotti e da gruppi di
tipo mafioso, come la Lista dos Gafanhotos.
Nella Campagna
"Noi esistiamo" i poveri, per la prima volta tutti insieme,
chiedono il riconoscimento legale delle terre indigene, come previsto
dalla Costituzione brasiliana e mai attuato, l'allontanamento degli
invasori, l'approvazione del nuovo Statuto dei Popoli indigeni, da dieci
anni bloccato al Congresso nazionale di Brasilia, e la regolamentazione
della presenza militare nelle terre indigene di frontiera; chiedono per i
piccoli agricoltori la concessione dei titoli di proprietà delle terre da
essi lavorate, investimenti per permettere la loro sopravvivenza, il
blocco dello sviluppo dei latifondi e delle industrie a devastante impatto
ambientale, come la prevista fabbrica di cellulosa di Boavista; chiedono
per gli emarginati urbani posti di lavoro, e di combattere la violenza, la
corruzione e l'impunità a tutti i livelli. E supplicano da tutti noi,
"amici e alleati in Europa", una vasta mobilitazione per fare
ogni pressione per loro sul Governo Brasiliano.
La campagna di
raccolta firme durerà circa un anno, con tre tappe: il 14 giugno 2003:
incontro del CIMI (Consiglio Indigenista Missionario) e del Comitato
Campagna "Nós Existimos" con la Commissione Nazionale dei
diritti Umani del Brasile; il 7 settembre 2003: assemblea nazionale
brasiliana "O grito dos excludidos" (Il grido degli esclusi) ad
Aparecida; primavera 2004 conclusione della campagna.
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- Febbraio
2003: Campagna per omologazione terra "Raposa Serra do Sol"
Invia
la tua mail al Presidente del Brasile Lula
(link al sito tedesco che gestisce la campagna)
Tra qualche giorno sarà possibile avere la traduzione
in italiano direttamente sul sito tedesco
- Per saperne
di più:
Traduzione della lettera da inviare al Presidente
del Brasile
-
Per informazioni o disponibilità
di collaborazione scrivete a: roberto.giacone@fastwebnet.it
indicando il vostro nome, cognome, indirizzo e-mail.
Febbraio
2003
Ill.mo. Sig.re.
Presidente della
Repubblica Federativa del Brasile
Lus Incio Lula da
Silva
protocolo@planalto.gov.br
Egregio Signor
Presidente,
Come individui [e
organizzazioni] preoccupati con le questioni dello sviluppo sostenibile,
diritti umani e popoli indigeni, accompagniamo da vicino la grande
mobilitazione nazionale che ha portato Vostra Eccellenza alla Presidenza
della Repubblica del Brasile.
Conosciamo e
plaudiamo al vostro compromesso con la giustizia sociale. Vista la sua
storia personale e i membri del nuovo governo, abbiamo fiducia che il
Brasile compia passi grandiosi per garantire i diritti indigeni,
soprattutto il diritto fondamentale alla terra, stabilito dalla
Costituzione Federale.
Oggi non difficile
affermare che una delle situazioni pi serie che affliggono i popoli
indigeni del Brasile il ritardo nellomologazione della terra indigena
Raposa/Serra do Sol. Situata nello stato di Roraima, la Raposa/Serra do
Sol la terra di occupazione tradizionale degli indios Macuxi, Wapixana,
Taurepang, Patamona e Ingaric, che totalizzano quasi 15.000 persone. Senza
lomologazione, larea continua ad essere invasa da cercatori doro, piccoli
agricoltori e villaggi, a danno delle comunit indigene.
Di fatto, i popoli
indigeni sono le principali vittime di questa situazione, mentre i
conflitti nella regione continuano e si moltiplicano. Il clima di tensione
molto pesante, avendo raggiunto enormi proporzioni negli ultimi giorni con
lassassinio di un indio Macuxi della comunit di Maturuca, gi durante il
suo governo. Purtroppo, lassassinio dellndio Macuxi solo lultima di una
lunga serie di violazioni dei diritti umani e violenze, che sono state
perpetrate negli anni ai danni dei popoli indigeni della regione. Speriamo
per, che questa sia davvero lultima.
Lomologazione della
Terra Indigena Raposa-Serra do Sol era ostacolata a partire dal 1999 da
una Azione Giudiziaria promossa contro il Decreto di Demarcazione
n?820/98, del Ministero della Giustizia. Questa questione stata risolta
nel novembre 2002, quando lAzione stata respinta dal Superiore Tribunale
di Giustizia. Oggi, non esiste nessuna argomentazione giuridica che
impedisca al Presidente della Repubblica di firmare il decreto di
omologazione di quella Terra.
Cos, torniamo
rispettosamente a sollecitare che Vostra Eccellenza omologhi il processo
di demarcazione della Terra Indigena Raposa/Serra do Sol. Si tratta
dellultima grande pendenza in relazione alla demarcazione delle terre
indigene in Brasile. Abbiamo accompagnato le richieste dei popoli indigeni
nel corso dei vari governi che si sono succeduti e, a nostro parere, la
soluzione di questa contesa stata rimandata troppo a lungo.
Riteniamo che
lomologazione della Terra Indigena Raposa-Serra do Sol rappresenti allo
stesso tempo una sfida ed una opportunit. Sappiamo che Vostra Eccellenza
ha gi visitato quellarea e per questo certamente conscio dei problemi che
laffliggono. Daltro lato, come Vostra Eccellenza gi ha affermato pi volte,
la sua elezione ha rappresentato il momento in cui, in Brasile, la
speranza ha vinto la paura. Lomologazione lopportunit per garantire un
futuro senza paura e pieno di speranza ai popoli indigeni della
Raposa-Serra do Sol.
Vi ringraziamo
della vostra attenzione.
Cordialmente,
x
. . . . . . . . . .
. . . . . . .
Cc:
Mrcio Tomz Bastos
Ministro della
Giustizia
Fax: +55-61-3226817
Nilmrio Miranda
Segretario di Stato
per i Diritti Umani
Fax: +55-61-226
7980 or +55-61-223 2260
E-mail:
nilmario.miranda@mj.gov.br
Eduardo Aguiar de
Almeida
Presidente, Fundao
Nacional do ?ndio (FUNAI)
Fax: +55-61-226
8782
E-mail:
Celso Amorim
Ministro degli
Esteri
Fax.: 61-4116993
E-mail: celsoamorim@mre.gov.br
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Raccolta
fondi per sovvenzionare, per tre anni, l'ospedale
infettivologico di Surumù
Dopo la chiusura, da parte del governo brasiliano, dell'ospedale
infettivologico di Boa Vista, avvenuta nell'ottobre 2001, ospedale che
serviva da riferimento per tutti gli indios dello stato di Roraima, rimane
attivo e con notevoli problemi di bilancio l'ospedale di Surumù gestito e
condotto da un'unica suora brasiliana.
E' necessaria una sovvenzione di circa mille dollari al mese per
garantirne la normale attività.
Pupi dare il tuo contributo contattandoci direttamente roberto.giacone@fastwebnet.it
oppure tramite bonifico indicando la destinazione
dei fondi. Tis arà inviato periodicamente un resoconto dell'utilizzo
delle donazioni.
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BRASILE:
LUIZ INACIO LULA DA SILVA NUOVO PRESIDENTE; A SPOGLIO PRATICAMENTE
CONCLUSO HA IL 61,4% DEI VOTI
(ANSA) - SAN PAOLO,
28 OTT - Luiz Inacio Lula e' il nuovo presidente del Brasile vincendo con
largo margine il ballottaggio con Jose Serra. Con lo spoglio praticamente
quasi concluso, Lula ha ottenuto il 61,4 dei voti validi contro il 38,6
del suo avversario. Si tratta della maggiore vittoria presidenziale della
storia brasiliana. Fra i primi messaggi di congratulazioni giunti al nuovo
presidente brasiliano, quello del presidente della repubblica Ciampi.
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Lettera
di Silvia Zaccaria
Cari amici,
il 27 ottobre il
panorama politico brasiliano, sudamericano e mondiale potrebbe offrire una
grande svolta.
L'elezione di
Ignacio Lula da Silva a Presidente della Repubblica significa, per milioni
di brasiliani, neri, meticci, senza terra, poveri, emarginati, indigeni,
la possibilità di sognare un nuovo Brasile, in cui i loro diritti vengano
finalmente riconosciuti e rispettati.
Intanto, però, i
nemici dei popoli indigeni sparano le loro ultime cartucce: leggi
minerarie incostituzionali, forte presenza militare, ritardi nelle
demarcazioni e omologazioni delle terre, indifferenza alla situazione
sanitaria, scolastica e culturale, possono significare per loro non solo
un passo indietro rispetto alla stessa Costituzione brasiliana, ma anche
una seria minaccia alla loro stessa esistenza.
In Roraima, gli
indios si oppongono con determinazione all'invasione delle loro terre da
parte di fazendeiros, garimpeiros e militari e alle proposte di grandi
progetti di "sviluppo" (idroelettriche) e continuano, malgrado
tutto, a fare le loro feste, riti, danze, come hanno dimostrato in
occasione delle celebrazioni dei 25 anni di lotta della loro
organizzazione.
Vi chiediamo,
quindi, di partecipare ad una nuova campagna che preveda la consegna di
migliaia di firme al nuovo Presidente, e, intanto, di far pressione ancora
una volta sul Presidente uscente perché omologhi definitivamente l'Area
Raposa Serra do sol, primo passo per permettere agli indigeni di avere una
vita serena e dignitosa, dando avvio a progetti di autonomia economica,
recupero culturale e ambientale.
Sappiamo, da
contatti personali, che l'attuale Presidente della Funai, nonché lo
stesso ministro della Giustizia, sono particolarmente sensibili alla causa
indigena.
Pensiamo quindi di
approfittare di questa congiuntura favorevole per sottoporre loro le
rivendicazioni dei Popoli della Raposa Serra do Sol, sperando che questa
volta ci diano ascolto.
Grazie.
saudações
indigenas,
Silvia Zaccaria,
antropologa, coordinatrice Pro indios Roraima
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